Peak: how to master almost anything

Anders Ericsson and Robert Pool

Risponde alla domanda

Come ottenere un’esperienza fisica o mentale attraverso un nuovo approccio all’esercizio.

Perchè leggerlo?

Ericsson è uno studioso esperto mondiale di prestazioni d’eccellenza, che ha studiato per tutta la sua vita.

Questo libro sintetizza I suoi risultati.

Scoprirai: perché, se vuoi diventare un campione di scacchi, sia meglio esercitarti che partecipare ai tornei, oppure come crescere i tuoi figli come “futuri campioni di scacchi”; ma anche come finire una maratona pur avendo 100 anni.

Il concetto piA? interessante del libro A? quello dei modelli mentali; il libro spiega come gli “esperti” usino modelli diversi per vedere il mondo e prendere decisioni, nonchè come allenare il tuo team di manager e come allineare la risoluzione dei problemi e il processo decisionale.

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Sintesi in italiano

Scopri come le persone di maggiore successo fanno pratica per essere grandi.
Provate mai invidia nel vedere un musicista di fama mondiale che si esibisce o un atleta durante le Olimpiadi? Non pensi sia ingiusto che la natura o il destino abbiano dato a queste persone talenti eccezionali e a te no?

Queste pagine ti mostreranno come dopo decenni di ricerca ora sappiamo che nessuno nasce genio o con un talento fuori dal comune; piuttosto queste persone lavorano duro per sviluppare questi talenti tanto da diventare parte della loro natura, dedicandoci ore e ore per esercitarsi nel modo più appropriato.

Devi quindi anche tu esercitarti per ottenere delle performance eccezionali? E quanto il tuo cervello può aiutarti in questo processo?

In queste pagine imparerai:

  • Come una persona normale ha imparato a memorizzare fino a 82 cifre
  • Perché essere un taxista cambia la struttura del tuo cervello
  • Perché il compositore austriaco Wolfang Amadeus Mozart non era un genio

Con pratica fatta in maniera diligente tutti possono sviluppare capacità particolari fin dalla giovane età.
Si dice che il compositore Austriaco Wolfang Amadeus Mozart potesse identificare qualunque nota musicale a prescindere dallo strumento con cui venisse suonata, ma poche persone sanno come effettivamente facesse.

Vi siete mai chiesti come Mozart abbia ottenuto un talento musicale tanto straordinario o come alcune persone memorizzino centinaia di numeri del pi greco facendolo sembrare tanto facile quanto sapere a memoria il proprio numero di telefono?

Siamo abituati a pensare che un genio del genere sia il prodotto di un talento innato o persino un dono spirituale, ma in realtà chiunque può acquisire capacità così avanzate, richiede esclusivamente molta pratica.

Consideriamo l’orecchio assoluto, l’abilità di che Mozart aveva nell’identificare qualunque nota musicale senza un tono di riferimento. Queste abilità sono rare, solo una persona su 10,000 ne ha la capacità. L’orecchio assoluto è considerato un esempio di abilità innata ma un recente studio ha dimostrato che questa capacità non è per niente innata.

Nel 2014 lo psicologo giapponese Ayako Sakakibara ha cominciato a insegnare a 24 bambini di età compresa tra i due e i sei anni come identificare 14 differenti accordi al pianoforte; a questi bambini venivano insegnati gli stessi accordi diverse volte al giorno per diversi mesi.

Con il procedere delle lezioni Sakakibara iniziò a provare con le singole note, alla fine delle lezioni i bambini erano perfettamente in grado di identificare le note quando venivano suonate, in altre parole avevano acquisito l’orecchio assoluto.

È normale pensare quindi che con il giusto allenamento ogni bambino possa imparare l’orecchio assoluto.

Gli essere umani possono apprendere capacità molto specifiche a prescindere dal tipo di capacità, siano esse musica o altro e questo perché il cervello risponde agli stimoli.

Imparerai come nelle prossime pagine.

I taxisti inglesi hanno letteralmente un cervello più grosso del tuo, un prodotto dell’allenamento diligente.
Londra è una città enorme con migliaia di strade che incrociano gli angoli più strani, con una popolazione di oltre 8,5 milioni di abitanti, la città ospita inoltre centinaia di ristoranti, centri commerciali, alberghi e ogni altra tipologia di edificio che possa servire agli abitanti.

E se vuoi diventare un taxista a Londra devi imparare come muoverti in questo labirinto.

Sembra difficile eh? Mentre alcuni compiti, come memorizzare tutte le strade di Londra, potrebbe sembrare impossibile, tieni a mente la capacità di adattamento del cervello.

Proprio come il tuo corpo diventa più forte sollevando pesi, il tuo cervello è plastico, che significa che si adatta ai cambiamenti quando lo alleni.

La neuro scienziata Eleanor Maguire al University College di Londra fece un esperimento nel 2000 per provare questa tesi, come parte del suo lavoro testò i cervelli dei taxisti di Londra con quelli dei non taxisti.

Maguire scoprì che i taxisti hanno un ippocampo, la parte che aiuta la percezione dello spazio e a memorizzare i luoghi, più grande; infatti i taxisti più anziani mostravano un ippocampo di dimensioni maggiori.

Per essere sicura che i dati da lei raccolti fossero rilevanti decise di scansionare il cervello di due tipi diversi di persone. Le due categorie erano le persone che stavano iniziando a fare i taxisti e i non taxisti.

All’inizio non trovò alcuna differenza nelle dimensioni dei due ippocampi tuttavia quattro anni dopo quando fece nuovamente i test rilevò che gli ippocampi di quelli che intanto erano diventati taxisti erano di dimensioni superiori rispetto alle altre persone.

Questa ricerca implica una connessione tra le abilità di navigazione e le dimensioni dell‘ippocampo, se allenata questa parte può letteralmente ingrossarsi diventando capace di eseguire compiti di cui altrimenti non sarebbe stato capace.

Quindi ora sappiamo che con la pratica si può cambiare il cervello umano, ma questo influenza nello specifico il pensiero o il modo in cui percepiamo le situazioni?

Le immagini immagazzinate nella memoria a lungo termine aiutano le persone a eccellere in diversi compiti complessi.
Quando leggi le parole “Mona Lisa” pensi probabilmente al famoso dipinto della misteriosa donna che sorride di Leonardo Da Vinci, quando questo accade il tuo cervello ne proietta l’immagine.

Questa pratica è chiamata rappresentazione mentale, la rappresentazione mentale conserva nel cervello un’immagine collegata a particolari oggetti, movimenti o tutto ciò che il cervello abbia immagazzinato per un uso successivo.

In senso lato sono rappresentazioni che permettono di aggirare la memoria a breve termine, un’abilità che può essere utile in alcuni casi.

La memoria a breve termine è grandiosa per alcune cose come ricordare parole appena lette per capire il senso del discorso ma per memorizzare un’intera lingua hai bisogno della memoria a lungo termine.

Semplicemente senza aver memorizzato tutte le regole proprie di un linguaggio non sarai in grado di comunicare con la scioltezza con cui lo fai di solito.

Ed è qui che le rappresentazioni mentali entrano in gioco, questi sentieri ben organizzati di informazioni, immagazzinati nella memoria a lungo termine ti permettono di rispondere velocemente alla situazione in cui ti trovi.

 

Le rappresentazioni mentali giocano anche un ruolo fondamentale come spinta per le performance, sappiamo che ci vogliono anni di pratica per diventare esperto in un certo campo, che sia guidare un taxi o giocare a scacchi. Soltanto attraverso la pratica puoi sviluppare rappresentazioni dettagliate delle situazioni o dei movimenti che servono per la tua performance.

Consideriamo ad esempio il baseball, molti fan hanno rappresentazioni mentali immagazzinate ma non possono competere con un professionista, questo è dovuto alla pratica che fanno, i professionisti infatti hanno sviluppato rappresentazioni sofisticate di tutte le possibili traiettorie della palla.

Questo significa che quando un battitore riceve una palla può predire esattamente la traiettoria della palla in una frazione di secondo e sapere esattamente come controbatterla.

Diventare un professionista con abilità specifiche richiede pratica mirata con obiettivi mirati e feedback costanti.
Pensi che un atleta professionista, uno scienziato o un imprenditore abbiano sviluppato le proprie capacità e talenti di notte? È molto improbabile, avranno invece fatto molta pratica per ottenere successo.

Questa tecnica ti spinge a creare le tue stesse capacità con diversi meccanismi tra cui importi obiettivi chiari e specifici, rimanendo concentrato, lasciando la tua comfort zone e ricevendo costanti feedback.

Per capire quanto sia importante la pratica considera un esperimento fatto dall’autore nel 1970, a un laureando dell’università Carnegie Mellon di nome Steve venne chiesto di memorizzare una serie infinita di numeri dettati uno alla volta a distanza di un secondo.

Steve non aveva alcun tipo di famigliarità nella memorizzazione dei numeri, generalmente una persona riesce a tenere a mente 7 numeri senza grossi problemi, infatti all’inizio per Steve fu così.

Ma con molta pratica Steve riuscì a ricordare elenchi di ben 82 numeri.

Come ha fatto ad arrivare a questo punto? Prima di tutto aveva un obiettivo ben chiaro: memorizzare più numeri di quanti potesse prima. Secondo rimanere concentrato.

Steve fu anche costretto a uscire dalla sua comfort zone, essendo costantemente incoraggiato a superare la sua performance precedente. Se fosse riuscito a memorizzare tutto in una sola sessione per esempio il suo allenatore avrebbe iniziato la sessione successiva facendogli recitare un elenco di numeri della stessa lunghezza.

Poi subito dopo gli avrebbe chiesto di memorizzare un elenco di 29 numeri e per ultima cosa avrebbe ricevuto i feedback sulla sua performance.

Quest’ultimo meccanismo è cruciale, dopotutto come puoi pensare di migliorare se non c’è nessuno a dirti come stai procedendo? Indipendentemente dal fatto che tu stia imparando una ballata o la lingua tedesca è essenziale sapere se stai apprendendo nel modo corretto.

Attraverso una pratica mirata potrai apprendere tutti i segreti di queste capacità, ma questo è solo un altro passo verso un obiettivo più grande che apprenderai nel prossimo capitolo.

La pratica guidata da esperti separa le buone performance da quelle stellari.
Ora sappiamo che la pratica è essenziale per ottenere delle ottime performance, ma cosa separa chi ha ottime performance da chi sembra essere un genio?

Queste persone arrivano a questo punto attraverso la pratica volontaria, per fare in modo che ciò capiti anche a te devono verificarsi due condizioni:

 

primo, la pratica deve essere applicata ad un campo che sia già sufficientemente sviluppato, ovvero che ci siano già altri praticanti il cui livello sia completamente differente da quello di coloro che si stanno avvicinando soltanto adesso; secondo, la pratica deliberata deve avere un insegnante che sia in grado di insegnare le pratiche necessarie per migliorare il proprio livello.

La tradizione musicale si è sviluppata nei secoli e ovviamente ci sono differenze nella qualità delle performance, inoltre non è poco comune trovare insegnanti di pianoforte che siano diventati esperti da soli in questo ambito, questi musicisti hanno sviluppato tecniche di addestramento sofisticate che aiuteranno i propri studenti ad acquisire le capacità necessarie a diventare loro stessi professionisti.

Fondamentalmente la pratica deliberata non deve soltanto essere basata su un campo con già diversi professionisti in attivo, ma deve anche coinvolgere una guida che insegni al praticante come diventare un esperto di quel settore. In questo senso puoi trarre vantaggio dalle tecniche scoperte dal tuo maestro per raggiungere l’eccellenza tu stesso.

Utilizzando la conoscenza del maestro, allo studente è dato un template da seguire, il che elimina il problema di dover partire da zero o la perdita di tempo nel capire le cose basilari di quel determinato settore.

Per esempio, supponiamo che tu voglia diventare un campione di salto in alto, con un bravo insegnate non avrai bisogno di scoprire da solo cose basilari come il punto migliore in cui iniziare il salto o come raggiungere la distanza massima.

Ma torniamo indietro per un secondo, se quasi ogni abilità può essere appresa tramite la pratica allora che fine ha fatto il concetto di talento?

Contrariamente all’opinione pubblica, è la pratica e non il talento a permettere di diventare veramente straordinari.
Ora sai che una capacità particolare può essere appresa attraverso la pratica diligente, ma ci sono comunque abilità che sono il risultato del puro genio o di una sorta di talento innato?

Molte persone tendono a pensare che questo sia il caso, pensando che quelli con le migliori performance debbano le proprie abilità al talento innato, specialmente in casi in cui queste performance sono inspiegabilmente accompagnate dalla giovane età.

Quale altra spiegazione potrebbe esistere per una così rara e straordinaria abilità?

Molti dei biografi di Mozart ad esempio hanno sottolineato il fatto che lui abbia iniziato all’età di 6 anni a comporre musica e che avesse scritto la sua prima sinfonia soltanto due anni dopo, un talento innato come questo sembra una spiegazione plausibile per giustificare il fatto che un bambino potesse raggiungere vette così alte in così poco tempo.

Eppure non esiste alcuna prova che il talento innato esista davvero, piuttosto sembra che le abilità incredibili di coloro che sono considerate persone di successo, persino geni come Mozart, siano il risultato di tanta pratica.

Infatti Mozart potrebbe non aver compiuto tutto ciò che gli è stato attribuito, sembra infatti che la sua prima opera compiuta all’età di otto anni fosse stata scritta dal padre, Leopold Mozart, la calligrafia corrisponderebbe appunto alla sua, un compositore che gli fece da insegnante fin dalla tenera età.

Mozart diventò una vera leggenda in campo musicale ma in realtà lui non scrisse nulla di significativo fino alla pubertà, dopo anni di dura pratica.

 

La stessa cosa capitò per molti altri professionisti, persone di talento che non hanno mai preso scorciatoie, persone che si sono allenate per anni, allenando il proprio cervello a creare rappresentazioni mentali avanzate.

Sommario conclusivo.
Il messaggio conclusivo di questo libro è:

il talento innato non gioca un ruolo così fondamentale durante una performance, invece la chiave per ottenere performance stellari in qualunque campo tu voglia è la pratica costante. Dedicandoti continuamente con un programma di allenamento ben organizzato puoi padroneggiare ogni abilità.