The Facebook effect

David Kirkpatrick

Risponde alla domanda

Quanto è stato grande l’impatto dei Social Media nella società moderna?

Perchè leggerlo?

Dimostra come questo social media non ha solo cambiato il modo di comunicare tra di noi, ma anche il modo di pensare alla politica e ai media.

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Sintesi in italiano

Cosa c’è dietro? Impara come Facebook ha cambiato il modo di comunicare gli uni con gli altri.
Sebbene Facebook non sia il primo social network online, è sicuramente il primo che ci viene in mente quando pensiamo al mondo dei social network.

 

A partire dal progetto domestico realizzato nei dormitori di Harvard fino a diventare uno dei siti più popolari al mondo, Facebook ha raggiunto il successo sia dal punto di vista del business sia da quello tecnologico.

 

Facebook ha inoltre spronato un cambiamento radicale della società. Da come recepiamo i media a come comunichiamo tra di noi e col mondo esterno, l’influenza di Facebook è vasta – e questi paragrafi mostreranno come un sito di social media sia diventato così potente, e cosa questo significa per voi.

 

Nei paragrafi seguenti, scoprirete anche:

  • come Facebook ha aiutato a fare emergere la brutalità della polizia in Sudafrica;
  • come il Presidente degli Stati Uniti Obama ha usato Facebook per vincere le elezioni del 2008;
  • come il vostro “mi piace” e “condividi” abbia fatto nascere una nuova forma di

Prima dei social come Facebook e Friendster, c’erano WELL e AOL.
Facebook non ha inventato i social network, infatti il modello dei social era già noto dal 1985.

 

I primi social network presero la forma degli “electronic bulleting board”. Gli iscritti a questi siti potevano chattare online con altri membri dei loro interessi comuni. Una delle prime community online è stata The Whole Earth ‘Lectronic Link, o WELL, che esiste ancora oggi.

 

Queste prime community si sono evolute rapidamente seguendo il progresso tecnologico. I membri potevano creare profili personali, creare gruppi privati o chattare in tempo reale nelle “chat rooms”, qualcosa di molto vicino alla nostra odierna messaggistica istantanea. America Online (AOL) e Geocities furono i primi ad offrire questo tipo di servizio.

 

Classmates.com era un altro sito che aiutava a trovare e contattare quel bel ragazzo della tua classe: una caratteristica ancora viva negli odierni social network.

 

Entrando nel dettaglio tuttavia, queste comunità virtuali non erano veri e propri social network, secondo la definizione sociologica del termine. In un vero social network, un membro può costruire un profilo, creare una lista di amici, e usare gli altri profili e le liste di amici per instaurare nuovi contatti.

 

Secondo questa definizione, il primo vero social network fu Sixdegrees.com. Il suo scopo era quello di mappare le relazioni tra persone attraverso i profili dei membri che creavano liste di amici ed interessi. Il sito era creato in modo che si potesse trovare qualcuno in pochi secondi attraverso il

 

motore di ricerca del sito.

 

Sappiamo tutti che la vera soddisfazione di trovare un amico online è quella di vedere come è realmente! Non era così fino al 2002, quando venne lanciato Friendster, un social network che permetteva ai suoi user di inserire un’immagine del profilo.

 

L’anno successivo, nacquero tantissimi nuovi social network, inclusi LinkedIn, Myspace, Spoke e Tribe.

 

Quindi prima che Facebook arrivasse, il mercato era inondato dalla competizione. Tuttavia dal primo suo click il suo successo è stato meteorico.

 

Quale era il suo segreto? Torniamo indietro agli esordi di Facebook, iniziando dalla stanza di un dormitorio del college.

 

Un’idea sognata nel dormitorio di un college presto divenne uno dei siti più popolari al mondo.
 

Mark Zuckerberg era un riparatore. Impegnato com’era con tutti i progetti di programmazione, i suoi compagni di Harvard non fecero molta attenzione ad un altro progetto denominato Thefacebook agli inizi del 2004.

 

Zuckerberg rinominò il progetto dopo il college «face book», un libretto contenente una lista dei nomi degli studenti, anno di frequenza e foto del profilo. Inizialmente, Thefacebook era accessibile solo agli studenti di Harvard, sebbene Zuckerberg sospettasse segretamente che Thefacebook sarebbe potuto diventare immensamente più popolare.

 

Lanciò Thefacebook il 4 febbraio 2004. Solo 4 giorni dopo 650 studenti si erano iscritti; tre settimane dopo il numero era cresciuto fino a 6000.

 

Presto, la popolarità del sito crebbe anche oltre Harvard e per la fine di maggio dello stesso anno anno, circa 100.000 persone da 34 scuole erano iscritte.

 

Impressionati? Lo fu anche un finanziatore che offrì a Zuckerberg $10 milioni per il sito a giugno 2004. Zuckerberg, tuttavia, rifiutò di vendere. A settembre 2005, Zuckerberg rinominò Thefacebook, chiamandolo Facebook, seguendo il consiglio del fondatore di Napster, Sean Parker.

 

Per ottobre 2005, la popolarità di Facebook si era diffusa alle scuole di tutto il mondo, e un anno dopo il network venne aperto anche a non studenti.

 

Durante i tre anni successivi, il numero di iscritti a Facebook salì alle stelle fino a 145 milioni. Per la fine del 2008, quasi un terzo degli user di internet nel mondo erano su Facebook.

 

Oggi Facebook è il secondo sito più visitato dopo Google. A giugno 2010, quasi 500 milioni di persone avevano un profilo Facebook, con una media di 25 milioni di nuovi iscritti ogni mese.

 

Tutto questo successo – scatenato non da un professionista stagionato ma da un giovane studente del college!

 

 

L’arguzia sociale co-educativa e il boom dell’uso della banda larga hanno aiutato a spingere Facebook avanti rispetto ai competitors.
 

Il successo meteorico di Facebook potrebbe sembrare incredibile. La rapida crescita del sito e la sua popolarità hanno però molto a che fare con l’essere nel posto giusto al momento giusto.

 

Un fatto notevole fu l’uso della banda larga, che salì vertiginosamente al tempo in cui Facebook e Myspace vennero lanciati. Con tempi di caricamento più veloci, i social network online avevano molto più appeal.

 

Anche la connessione sempre più veloce fu cruciale per caricare e condividere foto, una caratteristica importante per le versioni future di Facebook.

 

Mentre il lancio di Facebook durante il boom della banda larga potrebbe essere un colpo di fortuna, Zuckerberg provò anche a sé stesso di essere un arguto opportunista, pianificando il timing del lancio quando molte delle università della Ivy League stavano cercando di mettere online i network dei loro campus.

 

Anche la configurazione del campus fu cruciale per il successo di Facebook. Una delle più importanti università in America e nel mondo, Harvard, aveva le menti migliori e più brillanti, ed è con loro che Zuckerberg poteva condividere idee ed eventualmente fondare una società.

 

Tra i co-fondatori di Facebook c’era anche Chris Hughes, che divenne il portavoce del sito di social networking, e arrivò a capeggiare l’organizzazione online della campagna del Presidente Obama del 2008.

 

Gli studenti non avevano bisogno di essere convinti per iscriversi a Facebook. Socializzare è praticamente la loro materia nella struttura universitaria, e una platea giovane e brava a conoscere i colleghi in ogni modo possibile, era esattamente il target demografico che avrebbe reso un social network immensamente popolare.

 

Così, Facebook era come un po’ di miele caduto in uno sciame di api, cosa che gli diede un serio vantaggio nella competizione tra i social network del tempo.

 

Facebook stava avanti nella competizione evolvendo e migliorando costantemente i suoi servizi.
 

Sebbene Facebook partisse come un social network per studenti del college, oggi la sua popolarità si è diffusa in tutto il mondo. Ma come si è evoluta questa piattaforma?

 

La prima pietra miliare del sito arrivò nell’autunno 2005. Ai primi iscritti su Facebook piaceva l’idea di poter postare foto come parte del loro profilo online, ma essendoci un solo box per la foto caricata, gli iscritti la cambiavano frequentemente, anche più volte al giorno.

 

Facebook per tutta risposta sviluppò un servizio di foto hosting, così che più foto potessero essere caricate e taggate con le informazioni chiave o coi nomi di altri iscritti. Col tasto «cerca» si potevano

 

trovare tutte le foto di un amico in particolare, a prescindere dal profilo in cui erano mostrate. Gli user accolsero rapidamente il nuovo servizio e caricarono un inimmaginabile numero di foto.

 

Questa caratteristica divenne presto una delle più popolari di Facebook e c’è di più, la resero una delle più popolari app di foto presente in internet.

 

Tenere sotto controllo il modo in cui i membri usavano il servizio aiutò Facebook a continuare ad evolversi. Nel 2006 ad esempio, nel sito fu introdotta la newsfeed, una lista scorrevole di aggiornamenti e informazioni che tiene i membri informati sugli aggiornamenti di stato e le attività degli amici di Facebook.

 

Nel 2007, la società introdusse un cambiamento meno visibile ma non per questo insignificante, insieme al lancio della piattaforma Facebook: una zona software per sviluppatori terzi, affinché sviluppassero servizi o applicazioni che interagissero con le caratteristiche chiave di Facebook.

 

Uno di questi servizi è Marketplace, che permette non solo di postare pubblicità ma anche di acquistare giochi e regali virtuali. Facebook Connect è un’altra app che permette ai membri di loggarsi su siti terzi usando la loro password Facebook.

 

Nel 2009 Facebook introdusse il tasto «mi piace», il «pollice insù» virtuale che è diventato il sinonimo del sito stesso. Gli iscritti potevano ora mettere «mi piace» a foto, link e commenti su Facebook.

 

Famosi mentori come Marc Andreessen e Steve Jobs hanno aiutato Zuckerberg a completare la sua vision
 

Sebbene Zuckerberg sia famoso per il suo social network online, aveva anche le giuste competenze per la creazione di network offline.

 

Zuckerberg reclutò alcuni dei suoi più cari amici come supporter e primi collaboratori. Mentre i suoi compagni di college inizialmente erano scettici sul progetto, Zuckerberg riuscì a vincerli.

 

Eduardo Saverin diventerà CFO di Facebook, mentre Dustin Moskovitz sarebbe diventato Vice presidente. Andrew McCollum creò l’iconico logo di Facebook e scrisse il codice per il suo motore di ricerca, mentre Chris Hughes fu il primo portavoce di Facebook.

 

Anche i compagni di scuola e i gli amici matematici della prestigiosa Phillips Exeter Academy vennero reclutati per far parte della società.

 

Tra questi era degno di attenzione Adam D’Angelo, il primo CTO di Facebook. Un altro suo compagno di classe divenne presidente della Dartmouth Student Assembly, un ottimo contatto per Zuckerberg mentre Facebook si espandeva alle altre università della Ivy League.

 

Zuckerberg cercò inoltre l’assistenza di mentori preminenti e con molti contatti. Sean Parker, il fondatore della piattaforma di condivisione musicale peer-to-peer Napster, aiutò Zuckerberg a capire come avere approcciarsi agli investitori, ed entrò egli stesso a far parte di Facebook attivamente. Il co-fondatore di Netscape e imprenditore Marc Andreessen fu un altro mentore essenziale per Zuckerberg.

 

 

Zuckerberg usò i suoi nuovi contatti per farsene altri. Un anno dopo il lancio di Facebook, chiese consigli sul business a Bill Gates. Steve Jobs fu un altro mentore di vitale importanza e amico di Zuckerberg durante i primi anni di Facebook, i due vennero visti spesso passeggiare per Palo Alto insieme.

 

Dai network virtuali ai network reali, è chiaro che Zuckerberg conoscesse il valore di entrambi. Nonostante ciò molti di noi non hanno ancora capito a fondo il potere di Facebook. Il prossimo paragrafo mostrerà esattamente cosa è l’effetto Facebook e come funziona.

 

Facebook si è evoluto fino ad avere un ruolo politico potentissimo, dall’attivismo online fino alle elezioni nazionali
 

Considerando che Facebook connette più di 500 milioni di membri attivi in pochi click, non è una forzatura dire che questo servizio ha cambiato il modo di comunicare delle comunità e gli affari politici sono ora diffusi su scala globale.

 

Questo è ciò che viene chiamato «effetto Facebook».

 

Un effetto significativo di Facebook è l’attivismo politico. In paesi dove organizzare una manifestazione di protesta può portare a conseguenze come il carcere, creare un gruppo Facebook per evidenziare qualcosa di sbagliato nella società è efficiente allo stesso modo, ma sicuramente più sicuro.

 

Una tale comunità virtuale riesce anche meglio ad essere aggiornata su abusi, ingiustizie e corruzione, notizie che possono essere diffuse facilmente su Facebook. Inoltre, Facebook rende l’attivismo politico più economico. Non c’è bisogno di spendere soldi in volantini, si possono invece invitare persone sul gruppo e informare chiunque online su queste questioni.

 

A Stellenbosch, in Sudafrica, gli attivisti hanno formato un gruppo Facebook nel 2008 per protestare una serie di brutali blitz antidroga. In soli due giorni, al gruppo avevano aderito 3000 persone. I testimoni postarono foto e video online come prove, mentre altri membri usavano il gruppo per organizzare manifestazioni di protesta e lanciare una petizione. Il gruppo Facebook mobilizzò anche le vittime degli attacchi a documentare le loro lamentele.

 

Il risultato? Gli attacchi della polizia furono criticamente investigati dall’Independent Complaints Directorate.

 

Facebook giocò un grosso ruolo anche alle elezioni politiche. Nel 2008 durante la campagna del partito Democratico per la nomina presidenziale, Barack Obama usò Facebook in modo molto più competente della sua rivale, Hillary Clinton. La sua pagina Facebook personale attirò milioni di seguaci. Condivideva informazioni sulle sue band preferite e impressionava i votanti più giovani col suo essere alla moda.

 

Fu interessante come Chris Hughes, il primo portavoce di Facebook, a soli 25 anni arrivò ad avere un ruolo importante nel team della strategia online della campagna elettorale. Il team creò altre pagine Facebook per arrivare a specifiche categorie demografiche come «veterans for Obama», African

 

American for Obama» e «women for Obama».

 

Più rapido e più vicino: Facebook ha cambiato il modo in cui comunichiamo con amici e sconosciuti
 

Quando vogliamo contattare un amico, spesso andiamo su Facebook senza pensarci un attimo. Tuttavia, il modo istintivo in cui ora usiamo i social media riflette un cambiamento radicale nella comunicazione che Facebook ha ispirato.

 

Facebook ha già iniziato a soppiantare i canali di comunicazione che erano fino a poco tempo fa la norma. Per molti giovani, scrivere una mail sembra un esercizio arcaico.

 

L’immediatezza e la convenienza sono alcune delle attrazioni chiave di Facebook. Possiamo condividere aggiornamenti di stato con tutti i nostri amici senza la noia di dover compilare una mailing list; se gli amici sono online, possiamo chattare con loro in tempo reale. E se siamo curiosi di avere le ultime notizie, possiamo semplicemente vedere il profilo del nostro amico.

 

Stranamente, nonostante i 500 milioni di membri, interagire su Facebook è come vivere in una piccola città. L’abilità di Facebook di creare un senso di familiarità tra sconosciuti supera la distanza geografica; i membri possono facilmente tenersi in contatto, a prescindere da dove si trovino nel mondo.

 

E sempre come in una piccola città, siamo costantemente circondati da persone che ci conoscono e si interessano a noi (o sono curiosi), anche agli eventi meno importanti della nostra vita.

 

Questa mentalità si riflette nei diversi e spesso inaspettati argomenti che i membri Facebook condividono online. Ad esempio, immaginate di essere appena capitati con un vostro conoscente di cui sapete poco – la prima cosa che mostrereste sarebbe la foto del vostro pranzo? Probabilmente no, ma su Facebook questo è un comportamento comune e accettato.

 

Quando usiamo Facebook, riusciamo a far diventare un gruppo di semplici sconosciuti in una comunità strettamente connessa. Inoltre, essendo una piattaforma che combina molti metodi per restare in contatto con le persone online, Facebook sta lentamente ma costantemente erodendo gli altri metodi di comunicazione.

 

I membri di Facebook stanno cambiando i media tradizionali diventando loro stessi giornalisti e redattori
 

Vuoi essere un giornalista? Con Facebook puoi riportare, scrivere e pubblicare anche se sei da solo. E se la tua storia è interessante il tuo post diventa virale, raggiungendo migliaia di persone.

 

I membri Facebook sono arrivati ad avere un’influenza maggiore sui contenuti media e come sono recepiti. Tradizionalmente, il redattore di un giornale sceglierebbe quali sono le storie più importanti; oggi, ogni volta che si clicca un «mi piace» o si condivide un articolo, questo viene spinto verso molti altri lettori.

 

Anche il giornalismo cittadino è diventato un’attività sempre più seria, con sempre più persone che

 

postano informazioni sulle ultime notizie direttamente dalla fonte. Spesso i veri giornalisti vengono a sapere le notizie da Facebook. Per esempio, nel 2010 il conduttore della CNN seppe del terremoto di Haiti da Facebook.

 

Facebook sta diventando una minaccia finanziaria per i media tradizionali, mangiando una significante fetta di pubblicità che prima era riservata alla stampa e alla televisione. Di conseguenza, le revenue della pubblicità sui media continuano a scendere mentre il numero di pubblicità su Facebook si è triplicato tra il 2008 e il 2009. Alcuni dei maggiori brand americani fanno pubblicità attraverso Facebook, compresi PepsiCo, Procter & Gamble e Sears.

 

Spesso si usa dire «Se non puoi batterli, unisciti a loro». I media stanno infatti iniziando a lavorare con Facebook, anziché competere contro di lui.

 

Ad esempio anche l’Huffington Post, così come altri giornali, hanno integrato Facebook nei loro siti, permettendo ai suoi lettori di condividere e discutere articoli di giornale. La CNN ha collaborato con Facebook per il live messaging durante l’insediamento del Presidente Obama, durante il quale milioni di utenti potevano vedere la cerimonia live e chattare in modo simultaneo oppure aggiornare il loro stato su Facebook.

 

La nostra idea di cosa si può mostrare al pubblico e di cosa deve restare privato ha cambiato Facebook
 

Cosa sa il tuo migliore amico su di te? E il tuo capo? Quello che condividiamo con gli altri e quello che gli altri condividono con noi è cambiato in modo considerevole con l’arrivo di Facebook.

 

Per molti, Facebook ha creato una sfida sia personale, sia professionale.

 

Di solito correggiamo il nostro modo di presentarci a seconda della situazione. Un addetto al front desk in banca, ad esempio, si deve presentare come serio e rispettabile a lavoro, per poi magari mettersi una giacca da motociclista e suonare in una band punk qualche ora dopo con gli amici. Le due personalità nella vita reale di rado si sovrappongono.

 

Ma su Facebook puoi avere una sola identità e il tuo profilo è visibile ad amici e conoscenti in ogni angolo della tua vita. Perciò se posti qualcosa di personale, le possibilità che eventi e dettagli di una delle due «parti» della vita si riversino sull’altra.

 

Il batterista del nostro addetto bancario potrebbe postare su Facebook foto di un’esibizione scatenata su Facebook, foto che il capo dell’addetto non vorrebbe vedere. Ma la foto potrebbe in ogni caso raggiungere il capo, anche se non è tra i suoi amici su Facebook.

 

Cruciale è il fatto che su Facebook non si possa controllare cosa gli altri postino su di noi. I nostri amici potrebbero dire cose imbarazzanti o postare foto imbarazzanti, nelle quali siamo taggati e che non possiamo rimuovere.

 

Ecco perché il nostro senso di cosa è privato è cambiato radicalmente con Facebook. Zuckerberg stesso, così come molti altri, ha affermato che la crescente trasparenza in tutte le situazioni minimizzerà ciò che prima consideravamo privato.

 

 

Mentre possiamo nascondere informazioni che crediamo possano screditarci, quando molte persone divulgano le stesse informazioni o informazioni simili – uso di droghe pesanti, problemi di salute o altro – allora queste informazioni diventano meno screditanti e più normali. E probabilmente ciò che era privato diventa pubblico e condividere informazioni non è più una cosa di cui preoccuparsi.

 

Oppure può accadere il contrario. Possiamo cercare di controllare maggiormente le informazioni che consideriamo private, finché non ci rifiutiamo di diffondere cose che reputiamo personali in ogni caso, sia online sia offline.

 

Riassunto finale
 

Il messaggio chiave di questo libro:

 

attraverso il timing, il network efficiente e un intelligente posizionamento, il sito di social networking Facebook è diventato una incredibile storia di successo. Il sito connette amici e sconosciuti da tutto il globo, facilitando l’attivismo e cambiando il volto dei media. Facebook ha anche cambiato il modo in cui parliamo gli uni con gli altri e ha alterato radicalmente quello che consideriamo pubblico e quello che consideriamo privato.

 

Azioni consigliate:

 

State attenti a ciò che postate!

 

La prossima volta che volete condividere qualcosa di privato su Facebook, assicuratevi che le informazioni raggiungano solo le persone con le quali veramente volete condividerle. Una volta pubblicate non potrete tornare indietro! Inoltre, assicuratevi di aver compreso bene la policy sulla privacy di Facebook prima di postare qualsiasi cosa.

 

Lettura aggiuntiva suggerita: “How Google works” di Eric Schmidt e Jonathan Rosemberg

 

How Google works condivide l’idea di business di una delle technology start-up più di successo della storia. Scritto dagli ex top executive della società, il libro snocciola passo a passo il percorso di Google verso il successo; una roadmap che anche la vostra società può seguire.