Sapiens

Yuval Noah Harari

Risponde alla domanda

Come l’Homo Sapiens ha raggiunto la cima del pianeta.

Perchè leggerlo?

Yuval Noah Harari racconta la storia dell’evoluzione della nostra specie dalla nascita dei nostri antenati più antichi al nostro attuale posto nell’era moderna e tecnologica.

Il lungo periodo storico analizzato ti permetterà di contestualizzare il momento attuale dell’evoluzione. Il mondo sta affrontando un periodo di rottura con la guida digitale: ci sono stati altri momenti simili.

File formato PDF

Blinkist.com

Richiede abbonamento

Sintesi in italiano

Immergiti nel viaggio di 300,000 anni dell’umanità.
Apri le braccia e immagina che la distanza tra le tue mani sia la storia della Terra. Quanto di questo spazio occupa la storia dell’umanità? Un braccio fino al gomito forse? Una mano? Un dito? Neanche lontanamente. Se volessi vedere lo spazio preso dall’umanità avresti bisogno di un potente microscopio.

E ancora, nonostante siamo stati in giro per un periodo incredibilmente breve, abbiamo ottenuto così tanto. Nessun’altra specie è arrivata così vicina a dominare il pianeta come noi. Come è stato possibile?

In queste pagine scoprirai:

  • Perché coltivare ha danneggiato le persone;
  • Perché la scrittura fu inventata per controllare debiti scaduti;
  • Perché gli ultimi decenni sono stati i più pacifici della

Nonostante non sia il primo umano, l’homo sapiens rimpiazzò tutti le altre specie sulla Terra.
Noi umani siamo un po’ speciali: dominiamo completamente il pianeta, e ci siamo spinti persino oltre i limiti del mondo per esplorare, e colonizzare, lo spazio.

Come siamo stati capaci di tutto questo? Per scoprirlo dobbiamo tornare alle origini, all’evoluzione delle specie umane.

Gli umani apparirono per la prima volta 2.5 milioni di anni fa nell’africa dell’Est, evolvendo dai geni dei grandi primati chiamati Australopithecus. Questi primi umani, come l’Homo Rudlfensis e Homo erectus, alla fine migrarono, abbandonando l’Africa, per un ambiente più promettente. L’adattamento di questi nuovi habitat li portò ad evolversi in più forme di Homo, incluso l’Homo di Neanderthal in Europa e Asia.

Fu solo 300.000 anni fa che l’uomo moderno, Homo Sapiens, apparì per la prima volta. Questa nuova specie di umani non era particolarmente speciale. Sicuramente, avevano cervelli più grandi, camminavano eretti, usavano strumenti ed erano animali sociali, ma questo lo facevano anche le altre specie di umani. Per esempio, l’uomo di Neanderthal cacciava e usava il fuoco molto prima dell’apparizione dell’Homo Sapiens.

Ma ancora, nonostante non ci fosse niente di speciale nell’homo sapiens, prosperarono e conquistarono il globo; tutte le altre specie umane morirono, perché?

Ci sono due teorie per spiegarlo: la teoria dell’ibridazione suggerisce che l’Homo sapiens abbia iniziato ad accoppiarsi con altre specie di umani – probabilmente l’homo di Neanderthal – il che portò le specie a unirsi gradualmente tra di loro. C’è un’evidenza che sostiene questa teoria: il DNA degli Europei moderni contiene tra l’1 e il 4 % del DNA di Neanderthal, così come altre percentuali di altre specie primitive di umani.

 

La teoria del rimpiazzo, d’altro canto, suggerisce che l’Homo sapiens, grazie alle loro abilità leggermente superiori, portarono le altre specie all’estinzione – sia portandogli via le risorse alimentari che accoppiandosi con loro.

Con la rivoluzione cognitiva, l’Homo sapiens acquisì le abilità di pensare e di parlare che gli permisero di conquistare il globo.
Quindi abbiamo appena visto come le altre specie umane siano state portate all’estinzione dall’Homo Sapiens, e com’era la combinazione di lievi vantaggi che diede all’Homo sapiens il primato. Ma cosa fu esattamente che gli diede questi vantaggi?

La risposta si trova nella peculiare struttura del cervello dell’homo sapiens. Circa 70,000 anni fa, il cervello dei primi umani moderni ebbe un processo evoluzionario chiamato Rivoluzione Cognitiva. Questo sviluppo diede loro un relativamente improvviso potenziamento dell’intelletto.

Con le capacità intellettuali migliorate l’homo sapiens fu in grado di battere i propri rivali. Per esempio, iniziarono a formare comunità più grandi e più sofisticate; inventarono strumenti per la caccia più complessi e nuove tecniche; e iniziarono persino a creare le prime forme primitive di commercio.

Tali vantaggi significavano che l’Homo sapiens poteva trovare cibo e risorse, anche negli ambienti più rigidi, molto più facilmente che le altre specie umane.

Per esempio, per raggiungere l’America, l’Homo sapiens dovette essere in grado di resistere alle condizioni artiche del passaggio Siberiano. Quindi impararono a fare gruppo insieme, a cacciare i mammut e a fabbricare scarpe per la neve e vestiti caldi per proteggersi.

Queste capacità intellettive rivoluzionare permisero agli uomini moderni di avventurarsi nelle zone del mondo più remote. Partendo dall’Africa si sparsero e colonizzarono tutta Europa, Asia, America e persino l’Australia.

Come l’uomo di diffuse in tutto il mondo, comunque, con le loro tecniche di caccia migliorate, si lasciarono una serie di estinzioni sul loro cammino.

Per esempio, solo 50,000 anni fa, l’Australia era abitata da una serie di grandi mammiferi terrestri – bradipi alti 20 piedi e armadilli delle dimensioni di un minivan! Ma in un paio di centinaio d’anni dopo l’arrivo dell’Homo sapiens, la grande maggioranza di questi animali era sparita.

La capacità di un linguaggio complesso diede all’Homo sapiens grandi vantaggi, permettendogli di espandersi e prosperare.
Cosa pensi che spieghi meglio il concetto della raffinatezza umana? Per molti, la risposta è il linguaggio. La lingua umana è incredibilmente complessa e intrigata, specialmente quando comparata con quella di altre specie.

Non sarà una sorpresa quindi, che lo sviluppo della lingua complessa fu uno dei fattori più importanti della dominazione dell’Homo sapiens. Scaviamo in fondo ai motivi.

Gli Homo sapiens sono animali sociali; viviamo in comunità. La lingua permette alle informazioni di circolare tra gli individui all’interno di queste comunità, il che significa che lezioni importanti – sul cibo, predatori e anche pericolosi malfidati elementi all’interno del gruppo – possono essere condivise.

 

Per esempio, usando il linguaggio, una persona che ha scoperto un’abbondante riserva di frutta, può dire agli altri dove si trova. Qualcuno che ha scoperto il posto dove si nascondono i predatori può condividere la notizia con il gruppo per cercare di evitare l’area. In entrambi i casi, il linguaggio fornisce alla comunità un vantaggio distintivo.

Ma il linguaggio fornisce anche un grande elemento: aiuta a creare un’intesa comune tra i membri del gruppo.

Attraverso il linguaggio, Homo sapiens non sono solo in grado di scambiarsi informazioni sul mondo fisico; possono parlare e discutere idee astratte, come dei, storia e diritti. Queste idee – a volte chiamate miti comuni – sono creazioni del cervello umano; sono possibili solo grazie alla nostra capacità di parola. Questi miti comuni sono le pietre miliari della nostra cultura. Condividendo idee su religione, identità o libertà, furono create le comunità di individui.

La cultura condivisa e un’aumentata possibilità di sopravvivenza permisero alle comunità di aumentare gradualmente le loro dimensioni. All’inizio l’Homo sapiens viveva in piccoli gruppi – circa 15 individui. Ma grazie al linguaggio, la dimensione delle nostre comunità sono aumentate esponenzialmente: dai villaggi alle città; dalle città alle nazioni; e dalle nazioni alla società globale dei giorni nostri.

Durante la rivoluzione agricola, gli uomini si trasformarono da raccoglitori a contadini, il che aiutò la crescita esponenziale della popolazione.
Per la maggior parte della nostra storia, l’Homo sapiens ha vissuto una vita nomade. Una vasta maggioranza dei nostri antenati spese la maggior parte delle loro vite cacciando animali e raccogliendo piante. Invece di stabilizzarsi in un’area, viaggiavano ovunque ci fosse abbondanza di cibo.

Ma intorno a 12,000 anni fa questo cambiò. Quella che chiamiamo rivoluzione agricola avvenne quando l’Homo sapiens smise di dipendere unicamente dalla caccia e dal raccolto, e iniziò a coltivare e addomesticare animali. In 10,000 anni circa, quasi tutto il genere umano si dedicò all’agricoltura – una vera rivoluzione.

Ciò lascia leggermente perplessi. La coltivazione è data per scontato oggi, ma è difficile capire perché i nostri antenati la preferirono alla caccia e alla raccolta.

Per qualcuno, in termini di lavoro, l’agricoltura richiede molto più tempo. Considerando che un cacciatore- raccoglitore spende circa quattro ore collezionando abbastanza cibo, un contadino deve lavorare dall’alba al tramonto al suo campo.

Poi bisogna discutere sulla qualità del cibo in offerta. Le prime forme di agricoltura fornivano ai nostri antenati una limitata offerta di cereali, come il grano, difficile da digerire e mancante di nutrienti e vitamine. Compara questo con la grande varietà di carne, frutta e pesce che un cacciatore-raccoglitore può trovare.

Quindi, perché cambiare? Ci sono due motivi:

 

Primo, il cambiamento verso l’agricoltura fu un processo lento e graduale; generazione dopo generazione il processo divenne più radicato nella società, e al momento in cui gli storici parlarono del risvolto della medaglia dell’agricoltura, era troppo tardi per tornare indietro.

Secondo, nonostante i molti lati negativi, l’agricoltura aveva un grande vantaggio: era molto più efficiente. In un piccolo pezzo di terra, i contadini potevano far crescere una quantità di cibo enorme. Questo aumento delle riserve di cibo significò che le società potevano sostenere una popolazione più ampia.

Ma l’aumento della popolazione creò un problema: come dovevano comportarsi le società con questo boom della popolazione? Questo è ciò su cui ci concentreremo nelle prossime pagine.

Per facilitare gli scambi nelle grandi comunità, gli uomini inventarono i soldi e la scrittura.
La vita prima della rivoluzione agricola era relativamente semplice. Se avevi poca carne, dovevi semplicemente chiedere al tuo vicino di cederti un po’ della sua. Molto spesso ti aiutavano, consapevoli del fatto che se avessero avuto bisogno in futuro, avresti ricambiato il favore.

Ma con lo sviluppo dell’agricoltura, questa economia di favori si trasformò in un sistema di baratto. Perché?

A causa della sua efficienza, l’agricoltura rese le persone in grado di produrre abbastanza cibo per la comunità. Senza più la pressione costante di reperire il prossimo pasto, alcune persone svilupparono nuovi commerci, come il fabbro e il sarto. Per ottenere cibo, scambiavano i loro beni – un coltello diciamo, o un telo – con il contadino che ne ha bisogno.

Ma molto presto questa economia basata sul baratto si dimostrò insufficiente.

Come il mercato dei commerci continuò a crescere, divenne difficile trovare qualcuno che avesse il bene che ti serviva e che avesse bisogno di quello che producevi tu. Per esempio, se stavi cercando un maiale in cambio del tuo coltello, cosa facevi se il contadino aveva già il coltello? Cosa succedeva al contadino se aveva bisogno del coltello ma non aveva il maiale da darti? Avrebbe potuto prometterti che ti avrebbe dato il maiale in futuro, ma come potevi esserne sicuro?

Fu in risposta a questo problema che, nel 3,000 AC, l’Homo sapiens inventò la scrittura e i soldi.

I Sumeri della Mesopotamia furono i primi a farlo. Per tenere le informazioni necessarie per difficili commerci, iniziarono a segnare le transazioni su delle tavole, usando semplici simboli economici. Intorno allo stesso periodo, iniziarono a usare soldi di grano come metodo di pagamento standard.

In questo modo, potevi pagare il maiale con una moneta che si poteva poi convertire in qualunque cosa di cui l’altro avrebbe avuto bisogno. O se ti prometteva un maiale, potevi segnare la transazione e tenerla come contratto per quando sarebbe arrivato il termine.

Il manifestarsi degli imperi e delle religioni portò il genere umano nella direzione dell’unificazione globale.
Come abbiamo visto, l’invenzione della scrittura e dei soldi ha reso più semplice condurre transazioni economiche, e più difficile commettere frodi. Questo non significa che improvvisamente l’economia iniziò

 

ad essere facile ed efficiente. Infatti, la società e l’economia continuavano a crescere e così diventò sempre più difficile controllare e regolare.

Quindi cosa ha fatto la società umana?

Svilupparono leggi per regolare i comportamenti delle persone e sistemi di autorità per assicurarsi che le persone le rispettino. Quindi, nacquero le prime società gerarchiche, con un re o un imperatore a capo per comandare gli altri.

Anche se li vediamo come persone crudeli e autoritarie, le monarchie e gli imperi del passato fornivano un buon equilibro politico, sociale ed economico. Fornirono una vera burocrazia che rendesse leggi e costumi omogenei.

Per esempio, prendiamo il codice di Hammurabi, un insieme di leggi istituite dal re di Babilonia Hammurabi nel 1776 AC. Questo codice era un insieme di leggi – valide in tutto l’impero Babilonese – che governava aree come le tasse, i furti e gli omicidi. Questo codice creò una comprensione estesa per tutto l’impero su cosa si potesse fare e cosa no. Fino a quando si viaggiava o si commerciava all’interno del paese, le persone sapevano quali erano le leggi da seguire.

Per attuare le loro leggi, imperatori e re avevano bisogno che le persone accettassero la loro autorità. Questo fu ottenuto grazie alla religione. Se le persone accettavano che il legislatore era mandato dalla volontà divina, avrebbero accettato più volentieri le leggi imperiali.

Per esempio, il Re Hammurabi legittimò le sue leggi e il suo codice dichiarando che era stato incaricato dagli dei di governare la popolazione della Mesopotamia.

Come gli imperi si diffusero, le religioni che promuovevano crebbero sia di potere che di credibilità. Qualche volta con la forza, altre con un processo di assimilazione graduale, le regole imperiali riuscirono a far confluire tutte le etnie e i gruppi religiosi in poche mega-culture.

La rivoluzione scientifica modernizzò l’umanità, aprendo la strada per le tecnologie, l’imperialismo e la crescita economica.

Per gran parte della sua esistenza il genere umano è stato piuttosto pessimistico. La maggior parte delle persone lungo il corso della storia, non credeva alle loro abilità, ma nel potere di un dio onnipotente. E dal momento che Dio aveva controllo su tutti gli aspetti della vita, non c’era nessuna ragione per un semplice mortale di fare progressi scientifici o acquisire nuove conoscenze. Era meglio sedersi sul retro e aspettare il destino predeterminato.

Nel 16esimo e 17esimo secolo, comunque, questa attitudine pessimistica iniziò a cambiare. Una rivoluzione scientifica avvenne in Europa; invece di lasciare che il progresso dipendesse da Dio solamente, le persone iniziarono a pensare come avrebbero potuto migliorare la società grazie alla scienza.

Applicando i principi scientifici di esplorazione, sperimentazione e osservazione le persone fecero dei balzi epistemologici in aree come la medicina, l’astronomia e la fisica – e ogni sviluppo aiutava a rendere la società un posto migliore dove vivere.

Prendiamo per esempio la mortalità infantile. Da quanto sono stati applicati i metodi scientifici alla medicina e alla sanità pubblica, il tasso di mortalità infantile è diminuito. Nel passato, era normale anche

 

per i membri più ricchi della società perdere uno e due figli di morte prematura. Oggigiorno, la rata di mortalità infante è di solo 1/1,000.

Oltre che essere di beneficio per la società, l’evoluzione scientifica si dimostrò utile anche per l’economia

– qualcosa che molti governatori europei capirono in fretta. Con la ricerca di nuove idee e risorse per migliorare le loro nazioni, i re e gli imperatori ricoprirono di soldi scienziati ed esploratori.

Per esempio, il Re della Castiglia finanziò Colombo nel suo famoso viaggio attraverso l’Atlantico. In cambio per aver finanziato l’esplorazione, il Re acquisì una gran parte dell’America, abbondante di risorse, come oro e argento.

In modo simile, il governo Inglese mandò James Cook ad esplorare lo sconosciuto Pacifico del Sud – una scoperta che li ricompensò dell’Australia e Nuova Zelanda.

In entrambi i casi, le economie europee crebbero come risultato dell’esplorazione e dell’innovazione scientifica. Sfortunatamente, i ricavi Europei furono ai danni delle popolazioni locali indigene.

La società globale di oggi, con la sua fiducia nel potere del capitalismo, è un’eredità dell’imperialismo Europeo.
Abbiamo appena scoperto come il metodo scientifico venne usato da molti governatori europei per allargare i loro imperi e aumentare il profitto. Questo certamente funzionò; prima del 19esimo secolo, l’impero Britannico da solo copriva più di metà del mondo.

Con questo traguardo, i paesi europei spinsero le loro idee in ogni angolo del mondo. I costumi locali, le culture e le leggi furono rimpiazzate da mega culture basate sulle norme europee – come la religione occidentale, la democrazia e la scienza. Nonostante gli imperi europei sarebbero presto spariti, abbiamo ancora oggi quest’eredità culturale.

Ma sicuramente la più grande norma di questa cultura globale è il capitalismo. In gran parte grazie agli imperi europei, in tutto il mondo le persone credono nell’importanza e nel potere dei soldi.

Oggi, sia che tu viva in Brasile o in Bhutan, Canada o Cambogia, la maggior parte delle persone vive la loro vita incentrata sui soldi e la proprietà materiale; vogliamo tutti massimizzare i profitti o mostrare la nostra vita con vestiti e oggetti.

Infatti, il potere del capitalismo globale, con il supporto della scienza, sta distruggendo molte delle altre culture globali, specialmente la religione.

La scienza moderna ha smentito molti dei principi religiosi. Per esempio, molte persone hanno smesso di credere che Dio abbia creato il mondo in 7 giorni; ora crediamo nella teoria di Darwin dell’evoluzione tramite la selezione naturale.

Come le verità religiose sono chiamate in questione, l’ideologia capitalistica si fa avanti. Per esempio, al posto della tradizionale credenza che dobbiamo attendere la felicità nella vita ultraterrena, oggi ci concentriamo a massimizzare il nostro piacere sulla terra. Questo, certamente, ci porta a cercare di più, comprare e consumare sempre più prodotti e servizi progettati per farci felici.

Il genere umano non è mai stato più in pace che nel nostro periodo di globalizzazione.

La globalizzazione è decisamente in marcia. Non tutti sono felici di questo però. I critici della globalizzazione affermano che, tra le altre cose, sta eliminando le diversità culturali, trasformando il mondo intero in un’unità omogenea.

Ma nonostante i criticismi come questo, la globalizzazione ha dei grandi benefici: ci sta aiutando a rendere il mondo un posto più pacifico.

Come risultato, quasi tutti i leader d’America, d’Europa e dell’Asia hanno molto interesse a mantenere la pace nel mondo. E, in gran parte, funziona. Dal 1945, nessuna nazione riconosciuta indipendente è stata conquistata o eliminata da un’altra. Considera solo quanto incredibilmente violento fosse il mondo prima della fine della seconda guerra mondiale, è subito chiaro quanto è pacifica la globalizzazione nel mondo odierno.

Quindi il 20esimo secondo è il secolo più pacifico fino ad ora. Nonostante possa sembrare sorprendente, una veloce visione della storia mostra che la società umana, dalla rivoluzione agricola in poi, abbia girato le spalle alla violenza.

È stato stimato che, prima dei contadini, nel periodo dei cacciatori-raccoglitori, il 30% degli adulti maschi era vittima di omicidi o delitti. Compara questo con il mondo odierno, dove solo l’1% delle morti di adulti maschi sono violente. Puoi vedere quanto siamo arrivati lontani.

Ma perché? Perché le società strutturate e gerarchiche che si sono sviluppate dopo la rivoluzione agricola spinsero le persone ad obbedire alle leggi che proibivano gli omicidi e le violenze e quindi a creare una società e un’economia stabile e funzionante.

Quindi viviamo nel periodo più pacifico di sempre, ma non ci facciamo prendere dall’entusiasmo. Dobbiamo sempre fare attenzione alle potenziali fonti di conflitto, poiché lo scoppio di una guerra internazionale su larga scala ai giorni nostri avrebbe un prezzo senza precedenti per l’umanità. Godiamoci la pace, e facciamo attenzione a mantenerla.

La storia non è mai bene o male, e i colpi di scena sono irrilevanti per la nostra felicità soggettiva.
Il nostro viaggio attraverso la storia dell’Homo sapiens è quasi completa; abbiamo coperto 300,000 anni di storia, dalle savane africane al moderno mondo globalizzato.

Sappiamo capire più o meno il trend generale della storia dell’uomo, ma non abbiamo ancora parlato veramente di come questo ha influenzato noi come individui. Anche se la nostra salute, benessere e conoscenza sono migliorate, siamo felici?

Purtroppo, sul livello personale, la risposta probabilmente è no. Ma perché?

Questionari sul benessere soggettivo, portati avanti e esaminati da psicologi, hanno mostrato che mentre l’esperienza umana nel breve termine porta ad aumentare la felicità o la tristezza, nel lungo termine, la nostra felicità fluttua sempre intorno agli stessi livelli.

Per esempio, diciamo che perdi il tuo lavoro e sperimenti una rapida discesa nel tuo livello di felicità; in quel momento, pensi che quei sentimenti dureranno per sempre. Ma ancora, dopo pochi mesi dall’evento probabilmente torneranno ai livelli normali.

 

Prendi un esempio storico: durante la rivoluzione Francese, i contadini francesi probabilmente si sentivano tremendamente felici per aver vinto la libertà. Ma non molto dopo questo evento, il contadino medio probabilmente aveva iniziato a preoccuparsi di nuovo per suo figlio o per il prossimo raccolto.

L’Homo sapiens probabilmente evolse questo equilibrio tra il compiacimento e la delusione per assicurarsi di non rimanere traumatizzato da un colpo di scena ma neanche abbastanza soddisfatto da smettere di combattere per cose migliori.

Quindi sul livello individuale probabilmente non siamo più felici. Ma invece sul livello sociale? Con tutti questi miglioramenti della qualità della vita, dovremmo essere più felici delle generazioni precedenti.

Beh dipende da chi sei. La maggior parte della prosperità generata dai progressi umani trovò il suo posto nelle tasche di pochi bianchi ricchi. Per quelli fuori da questo gruppo, che siano tribù indigene, persone di colore o donne, la vita non è cambiata agli stessi livelli. Sono state vittime più e più volte e stanno iniziando a ottenere gli stessi diritti soltanto ora.

Nel futuro, l’Homo sapiens trascenderà i limiti biologici, eventualmente rimpiazzando loro stessi con una nuova specie.
Quindi conosciamo il nostro passato, ma cosa sappiamo del futuro? Dove arriveranno i progressi scientifici e la prosperità nei futuri decenni? Gli indizi per rispondere a questo si trovano nel lavoro che gli scienziati stanno già facendo.

Gli scienziati stanno facendo grandi progressi in campi come la tecnologia bionica e l’anti-invecchiamento.

Nel settore della bionica – l’unione tra umani e macchine – gli scienziati hanno fatto grandi progressi. Per esempio, quando Jesse Sullivan, un elettricista americano, perse entrambe le sue braccia, gli scienziati furono in grado di fornirgli nuove braccia bioniche che potessero muoversi attraverso i pensieri e il sistema nervoso.

Gli scienziati fanno anche progressi veloci nel campo dell’anti-invecchiamento. Hanno recentemente trovato un modo, attraverso cui alterare la genetica, per raddoppiare la vita del verme C. elegans, e sono abbastanza vicini a fare lo stesso con i topi. Quanto ci vorrà prima che gli scienziati siano in grado di estrarre il gene dell’età umana?

Entrambi i progetti per stoppare l’invecchiamento e sviluppare la tecnologia bionica sono parte del progetto Gilgamesh, la corsa alla vita immortale.

Quindi cosa ci fermerà? Beh, al momento, gli studi scientifici in queste aree sono limitate da varie restrizione legali bastate su questioni etiche.

Ma queste barriere non dureranno per sempre. Se l’umanità guadagna anche solo una lontana possibilità di vivere per sempre, ci dovrà essere qualcosa per fermarci.

Sintesi conclusiva.
Il messaggio chiave:

per 300.000 anni l’Homo sapiens si è spostato da essere solo uno delle tante specie a diventare la specie più dominante che abbia mai camminato sul pianeta. Iniziando con lo sviluppo della lingua, la civiltà umana ha portato più e più sofisticatezze fino per arrivare al villaggio globale interconnesso che abbiamo oggi.