Del Capital Markets Day di FCA di venerdì si è raccontato tutto ed è per questo che le cose da approfondire si devono cercare in ciò che non si è detto ed in ciò che era così evidente che non si è visto.

Le cose già raccontate del piano si possono sintetizzare in tre punti. I marchi: insieme a Dodge, i marchi che danno il nome all’azienda ne sono usciti in sordina; gli investimenti si focalizzeranno su Jeep, AlfaRomeo, Maserati e RAM. Jeep continuerà a crescere con nuovi prodotti ed in nuovi segmenti; AlfaRomeo continuerà nel solco del rilancio disegnato nel 2014, ci è voluto più del previsto ma il cammino continua e si adatteranno alcuni modelli al mercato cinese; Maserati raddoppierà i volumi e si trova ad essere attualmente il secondo marchio globale del Gruppo, RAM presidierà il segmento più profittevole del mercato USA.

I risultati finanziari: la cravatta eccezionalmente indossata da Marchionne e le deliziose caramelle distribuite ai partecipanti con la frase “Net Cash how Sweet it is” hanno sottolineato la fine del debito. Il raddoppio dell’EBIT nell’arco di piano, da 8,2B€ a 13-16B€, il 20% di ritorno sul capitale investito e il ritorno al dividendo, sarebbero stati nei titoli della sera non fosse che FCA ha abituato a dichiarazioni ambiziose e, a quanto pare dalla reazione del titolo, ha abituato anche a darne per scontato il raggiungimento.

I cambiamenti imminenti e rivoluzionari che l’industria dell’auto ha di fronte sono stati il terzo protagonista evidente. Nel 2022 il settore sarà cambiato in modo radicale: alcuni attori si saranno affermati prepotentemente grazie alla padronanza di tecnologie nuove, dalle batterie all’artificial intelligence; i clienti avranno definitivamente cambiato gusti e occasioni d’uso; alcune aree del mondo, vecchie o nuove, si saranno affermate come la culla di questo cambiamento. Il piano affronta questo cambiamento con coraggio (elettrificazione e connettività), con buon senso (stringendo partnership) e con la volontà di sperimentare portando al consumatore solo innovazioni utili e che si ripagano.

Tre sono le cose non dette. Jeep in Europa deve ancora avere successo: la straordinaria crescita in USA e la fulminante leadership ottenuta in Sud America sono segni evidenti del potenziale europeo del marchio, potenziale che deve essere attuato nell’arco di questo piano. Il processo di “commoditizzazione” del trasporto ha il suo epicentro nel Vecchio Continente ed è qui che il DNA di Jeep può avere un impatto rilevante.

Durante le presentazioni ufficiali e nelle chiacchiere nei capannelli di membri del GEC durante i due break nessuno ha parlato di alleanze o di operazioni straordinarie. Forse in passato l’argomento era di interesse, oggi, davanti alla imminente grande trasformazione, FCA ha bisogno di capire quali tecnologie avranno successo, di indagare i cambiamenti dei gusti del consumatore, di sperimentare, di creare accordi di collaborazione. La presenza neanche molto discreta di molte Waymo e delle colonnine EnelX nell’area prove di Balocco chiarivano su quali tipi di collaborazione si sta lavorando.

Il nome del successore è stata la terza cosa non detta. Ci sono risultati ambizioni da ottenere nel 2018, la successione è in agenda per il 2019 è stato il commento di Marchionne.

Ciò che era così evidente da non vedersi era il luogo: a Balocco il 26 luglio del 2004 Marchionne presentò il primo piano: “A Commitment to Execution”. Impegno che è stato mantenuto in questi anni: tornare dove fu preso ha significato volerlo ricordare, riconoscere e riconfermare. La FIAT indebitata e indebolita di allora è diventata, grazie a quell’impegno, una delle protagoniste dell’industria nel mondo con soddisfazione di clienti, dipendenti, fornitori ed investitori. Negli Stati Uniti FIAT da acronimo “Fix It Again Tony!” è diventato l’acronimo di “Fix the Industry of Automobile Thanks!”

Osservando le prime due file della sala, dove sedevano i membri del GEC, e sentendo l’affiatamento del gruppo manageriale che ha scritto il piano si è potuto capire l’importanza del luogo. È a Balocco nel 2004, che è nato questo gruppo, gruppo che si è poi forgiato in due turnaround, prima FIAT e poi Chrysler, che ha guidato la crescita globale, che si è unito attorno ad un leader che è stato capace di formare e far lavorare insieme molti altri leader, un gruppo che ha accettato la sfida della Regina Rossa di Alice Attraverso lo Specchio: “Qui, vedi, devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio!”.

Chi sarà alla guida di FCA nella primavera del 2019 dovrà essere in grado di mantenere unito questo gruppo che è stato in questi anni il segno distintivo della Casa. Il futuro promette uno stravolgimento del contesto competitivo, una profonda modifica della struttura del settore e una guerra senza precedenti tra protagonisti attuali e nuovi entranti: sarà necessaria la stessa determinazione nata a Balocco 2004. Il rinnovo di quell’impegno è l’intimo significato di Balocco 2018.

Bernardo Bertoldi (Università di Torino – bernardo.bertoldi@unito.it)