I risultati di una ricerca dell’Harvard Business School sui consigli di amministrazione sono decisamente duri per le imprese familiari. «Non c’è un singolo indicatore rilevante – afferma il prof. Boris Groysberg – in cui le imprese familiari siano migliori delle altre». La ricerca, condotta su più di mille consiglieri di amministrazione in 59 Paesi, è molto accurata: i dati e i risultati sono un segnale forte.

È opportuno ricordare che le imprese del campione non sono le piccole imprese italiane avvolte dal mito della sottocapitalizzazione, nepotismo e incapacità di crescere: si tratta di campioni del capitalismo familiare mondiale, che rappresenta il 40% del New York Stock Exchange e il 45% dell’indice Msci world (l’indice delle principali imprese mondiali).
Le famiglie imprenditoriali, e non solo quelle italiane, tendono in molti casi a considerare il CdA un inutile orpello del diritto commerciale, superfluo alla missione imprenditoriale dell’impresa e della famiglia. La ricerca di Harvard evidenzia quanto, in questo caso, sia vero l’aforisma di Oscar Wilde: «niente è più necessario del superfluo».
Dopo le frodi degli ultimi 15 anni, i CdA sono diventati in tutti gli ordinamenti giuridici la base da cui parte ogni riforma della corporate governance.