“Fin da subito, insieme alle istituzioni e a tutte le categorie economiche cominceremo a lavorare per il prossimo quinquennio al nuovo Piano Strategico camerale e soprattutto ad affrontare le ricadute economiche di questa emergenza sanitaria che stiamo vivendo”. Le prime parole di Dario Gallina da presidente della Camera di Commercio sottolineano con grande lucidità la necessità di fare due cose: agire per il breve e pianificare per il lungo termine.

La capacità di agire pianificando e di pianificare agendo è una delle caratteristiche chiave dell’imprenditore e di imprenditori abbiamo bisogno per affrontare l’emergenza attuale e per mantenere gli standard di vita che hanno contraddistinto la nostra regione.

L’imprenditore è colui che persegue un’opportunità al di là delle risorse che possiede ed agisce mettendo insieme capitale e lavoro per creare qualcosa di utile. Ne consegue che senza imprenditori sarà difficile avere lavoro da offrire in special modo ai giovani della nostra regione e a quelli che sarebbero interessati a immigrarvi per accedere a occupazioni interessanti. Senza le attività che gli imprenditori avviano o proseguono, inoltre, non ci saranno modi alternativi all’ingegneria finanziaria per impiegare la liquidità stampata a basso costo dalle banche centrali.

Il prossimo piano della Camera deve puntare a creare nuovi imprenditori nell’industria, nel commercio, nel terziario e nelle professioni. L’accademia ha dimostrato che l’ambiente sociale in cui si vive è una delle determinanti per diventare imprenditori. È quindi compito delle istituzioni vicine al mondo delle imprese creare le condizioni perché nascano nuovi imprenditori. In una ricerca di qualche anno fa proprio la Camera di Commercio stimò in 21.900 il numero di nuovi imprenditori che serve al Piemonte ogni decennio. Questa coorte di imprenditori ha il compito di produrre un decimo del PIL regionale nel 2035.

Il piano dovrà inoltre rispettare la prima regola delle buone strategie: decidere cosa non fare: se non si decide cosa non fare, si decide di fare troppo e si finisce per non fare nulla. Per scegliere su quali settori bisogna puntare è necessario valutare i quattro elementi su cui la competitività di un territorio si costruisce: dotazione dei fattori di input, qualità della domanda, settori di supporto, strategie delle imprese e struttura della concorrenza del settore industriale.

I tempi di una pianificazione efficace sono brevi. Nel caso si voglia essere ambiziosi, il benchmark a cui ispirarsi lo abbiamo in casa: Luserna di Rorà, il sindaco della Torino post capitale che con la Camera di Commercio nel 1865 lanciò il piano che pose le basi per la Torino industriale di fine secolo, ci mise quattro settimane.

Certo non va dimenticata l’emergenza sanitaria da affrontare nel breve. Anche in questo caso la definizione di imprenditori suggerisce una strada. Essendo l’imprenditore colui che persegue un’opportunità al di là delle risorse che possiede, può essere proprio la comunità degli imprenditori, industriali, commercianti, artigiani, professionisti a trovare soluzioni per risolvere parte dei bisogni dei cittadini anche senza avere troppi aiuti. I bisogni dei cittadini sono cambiati in modo improvviso e ve ne sono molti da soddisfare in modo creativo. Guardandosi in giro il nostro spirito imprenditoriale ha già cominciato a pensarci: consegne a domicilio per i beni di consumo anche e soprattutto non di prima necessità, apertura a piccoli gruppi di residenti dei nostri bellissimi hotel lasciati vuoti dai turisti, insegnanti che si cimentano con applicazioni per la formazione a distanza, negozianti che portano la merce da provare a casa o che offrono prodotti per far sentire la nostra vicinanza ai nostri anziani che devono stare più a casa del solito.

Dobbiamo agire di fronte a questa grave emergenza per iniziare a pianificare il nostro futuro.

Bernardo Bertoldi (Dipartimento di Management, Università di Torino)