familyandtrends ha recentemente proposto una formula per definire quando avviare il processo del passaggio generazionale. La formula è F+D+C+A-P dove F, D e C rappresentano le tre fasi di sviluppo della prossima generazione: Fascino, Disciplina e Chiamata e A e P sono l’età della generazione attuale e della prossima.

All’interno degli intervalli definiti, i valori indicati nell’applicazione della formula sono stati 18 per Fascino (sino ai 18/28 anni della next gen), 10 per Disciplina (sino ai 35/45 anni) e 5 per Chiamata (deve iniziare non oltre i 45 anni). Per vedere se la formula funzioni si possono utilizzare alcuni passaggi generazionali di cui si è recentemente parlato sul Sole 24 ore: Del Vecchio, Berlusconi e Agnelli. Dalle informazioni pubbliche, le uniche che useremo nella presente applicazione, non è possibile analizzare la fase del fascino si assumerà quindi che sia terminata per tutti i casi analizzati ai 18 anni. Per la Disciplina si analizzerà il primo ruolo lavorativo professionale assunto finito un percorso di studio.

Nel caso Agnelli, John inizia la fase della disciplina entrando nel consiglio della FIAT a 21 anni quando il nonno Giovanni (1921) ne ha 76 ed inizia la fase della chiamata a 27 (Giovanni è morto da poco a 82 anni) quando entra in IFIL per poi, un anno dopo, assumere il ruolo di vice presidente della FIAT. Il passaggio definitivo arriva nel 2008 con la presidenza di IFIL/EXOR. Rispetto ai dati indicativi della formula il processo è stato più rapido, John è arrivato alla fase della chiamata a 27 anni quando Giovanni nel aveva 82. Il fatto di aver saltato una generazione (si è infatti trattato di un passaggio ad un nipote), e di aver dovuto reagire alla tragica morte di Giovanni Alberto spiegano la tempistica; inoltre l’ingresso nel CdA dell’azienda a 21 anni affiancato ad un percorso di studi ha permesso di “condensare” la fase della disciplina che sarebbe dovuta terminare a 28 anni, mentre nel caso in esame terminò un anno prima, la formula è perfettamente rispettata con un anno di anticipo.

Nel caso Berlusconi (1936), Marina inizia la fase della disciplina a 30 anni diventando vice presidente della Fininvest (il padre ne ha 60) e quella della chiamata a 37 (il padre ne ha 67) prendendo la guida di Mondadori. Il secondo genito, Pier Silvio, inizia la fase della disciplina a 23 anni (il padre ne ha 56) entrando nel marketing di Publitalia e la chiamata a 31 (il padre ne ha 64) diventando vice presidente e poi amministratore delegato di Mediaset. Volendo determinare il passaggio quando Berlusconi compie 70 anni e redige il testamento che lascia ai due figli maggiori la maggioranza della holding di famiglia si ha che il passaggio è avvenuto quando Marina aveva 40 anni e Pier Silvio 37.  La formula identifica in circa 35/45 anni quelli necessari per terminare le fasi F+D+C e in questo caso sono stati rispettati, in entrambi i casi. La generazione attuale ha lasciato agire imprenditorialmente i figli quando erano pronti loro e non quando era pronto lui. Prima dei 70 anni ha lasciato ai due figli l’agire imprenditoriale nelle due iniziative di famiglia e al compimento del settantesimo anno ha formalizzato la loro responsabilità come azionisti di maggioranza. In questo caso, l’imprenditore ha anche avuto il vantaggio di essere presente per ancora molti anni e di poter intervenire nel caso in cui qualcosa fosse andato storto. Berlusconi ha coinvolto gli altri figli nelle iniziative di famiglia prima, consapevole di avere meno tempo. Barbara è entrata nella terza iniziativa di famiglia, il Milan, a 19 anni e dopo 10 anni di disciplina ha assunto l’incarico di amministratore delegato con delega alle funzioni sociali non sportive. Il suo impegno è finito con la vendita del Milan, che è stata una scelta dettata anche dal fatto che nessun erede probabilmente ne sarebbe stato un imprenditore attivo. Luigi è entrato nel consiglio di Mediolanum, la quarta iniziativa di famiglia, a 19 anni e vi è rimasto sin che è stato possibile. C’è da aspettarsi che presto torni per confermare l’unità tra le due famiglie azioniste e per iniziare la sua fase della chiamata (secondo la formula è nei tempi), intanto la disciplina è stata coltivata lavorando in JP Morgan e facendo iniziative di finanza in proprio.

Nel caso Del Vecchio (1935) il primogenito Claudio inizia la fase della disciplina in perfetto tempismo secondo la formula: a 25 anni va in Luxottica US, a 41 anni lascia Luxottica e avvia il proprio percorso imprenditoriale (Casual Corner, Brooks Brothers) fuori dall’azienda di famiglia. Secondo la formula la chiamata imprenditoriale deve avvenire tra 35 e massimo 45 anni, Claudio sentendosi di non poter agire imprenditorialmente nell’azienda di famiglia ha deciso di rispondere alla chiamata imprenditoriale al di fuori. Leonardo Maria, l’unico altro figlio che ha un ruolo operativo nell’azienda (Marisa segue il museo e la parte culturale) inizia a 22 anni la fase della disciplina e l’anno dopo, diventando AD di Salmoiraghi, avvia la fase della chiamata: in questo caso i tempi sono stati più rapidi di quelli della formula ma bisogna considerare che 60 anni passavano tra le due generazioni e rispettando i tempi anche nella forchetta più bassa della formula, Del Vecchio avrebbe dovuto occuparsi del passaggio sino a 93 anni.

Mentre per Agnelli il tempo ha già messo alla prova la solidità di quanto fatto, per Berlusconi e Del Vecchio si dovrà aspettare ma il rispetto della formula si conferma già un buon indicatore di successo. Certo non basta, ma può guidare in modo chiaro una delle decisioni chiave del capitalismo familiare.

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