Il ritorno a scuola (e all’università ed in ufficio) vedrà un aumento dell’utilizzo della tecnologia del momento: l’intelligenza artificiale. Chi per curiosità, chi per lavoro, chi per fare i compiti, tutti ci cimenteremo con questa innovazione. Per familyandtrends è un’occasione d’oro per usare questo esperimento collettivo come test la legge della conservazione del profitto di Clayton Christensen.

La legge afferma che in un sistema che fa qualcosa per il consumatore il valore totale non cambia anche quando cambia la sua distribuzione lungo la catena.

Come si crea valore? Uno studente universitario è disposto a pagare sino a 5€ per una focaccina prosciutto e mozzarella prima della lezione, la caffetteria gliela offre a 3€: in quel momento si sono creati 2€ di valore. Lo studente era disposto a pagare 5€, ha speso 3€: ha 2€ che può spendere in una bevanda o semplicemente tenersi. Nel momento in cui lo studente porta alla bocca la focaccetta nella catena si crea un profitto pari a 3€ meno i costi sostenuti da tutti gli anelli, e.g. chi ha fatto il prosciutto, la mozzarella, la focaccia, la caffetteria che ha preparato e distribuito il prodotto al cliente, etc. Se i costi totali sono 1,5€, la catena ha 1,5€ di profitto da dividersi. Il sistema ha creato 3,5€ di valore: 2€ per lo studente e 1,5€ per chi lo ha servito.

Nel caso in cui la caffetteria aumenti il prezzo a 2,5€: lo studente tratterrà 1,5€ (disponibilità a pagare di 5€ – prezzo 2,5€) e chi lo ha servito avrà 2€ di profitto: il valore creato è rimasto immutato. Anche nel caso in cui il costo della mozzarella aumenti di 0.5€, il profitto sarà sottratto alla caffetteria ma resterà nella catena: il valore sarà sempre 3,5€.

Quale sarà la nostra disponibilità a pagare per l’intelligenza artificiale? L’esperimento è interessante perché succede ora e succede a tutti, dato che per la prima volta nella storia dell’innovazione una tecnologia è resa disponibile a tutti, con lo stesso livello di sofisticazione, nello stesso momento. 

In estate familyandtrends ha scritto un libro sull’intelligenza artificiale in cui la stessa è stata uno strumento utilissimo sia per fare ricerca, e.g. ottenere dati, elenchi, esempi etc, sia per scrivere, e.g. tradurre, generare e rivedere testi, fare immagini. Per questo servizio la disponibilità a pagare di familyandtrends è circa 35€/mese. Per la legge di Christensen il primo requisito perché si generi valore è che ci sia qualcosa di utile per cui un consumatore è disposto a pagare. Certo non tutti i consumatori avranno la stessa disponibilità a pagare, questa varierà a seconda dell’utilizzo e dei benefici ottenibili.

Nell’esperimento adozione AI, la prima osservazione da fare è vedere chi ha catturato il valore creato. Non Apple, che ha fornito all’autore un Mac Pro; non Microsoft, che gli ha fornito Word; non Google, che gli ha fornito parte della capacità di ricerca e Chrome, la piattaforma su cui è stata usata ChatGPT; e non Meta, che gli ha fornito WhatsApp per inviare il brogliaccio del testo ad esperti, colleghi ed amici per avere feedback e considerazioni. OpenAI per circa 18€ (20$) al mese, ha fornito l’AI necessaria. L’autore ha avuto 17€ di valore creato (disponibilità a pagare per 35€ – prezzo effettivamente pagato 18€), OpenAI e la catena che ha reso disponibile l’AI ha avuto 8€ di profitto (supponendo che 10€ siano costi). Il valore totale creato è stato 25€. Il fatto che quattro grandi imprese tecnologiche non siano riuscite a catturare neanche una parte del valore è la causa di tutte le iniziative e nuovi prodotti che ci stanno riversando addosso: stanno tutte correndo a catturare una parte del valore creato dalla nuova tecnologia.

Supponiamo ora che Microsoft renda disponibile tra i suoi prodotti un’intelligenza artificiale che offra gli stessi benefici (sta già in parte succedendo) ad un prezzo di 15€/mese (questo invece non è ancora successo). A questo punto il profitto della catena del valore passerà da 8€ a 5€ e il valore per il cliente passerà da 17€ a 20€: il totale sarà sempre 25€.

Allo stato attuale sembra che il maggior utilizzo per l’AI sarà rendere più efficienti alcuni processi, e.g. scrittura di software, gestione della relazione cliente; questo farà sì che alcune catene abbiano costi inferiori ma è prevedibile che non avranno profitti maggiori duraturi da questo abbassamento dei costi. La tecnologia, come detto, è disponibile allo stesso livello di sofisticazione per tutti, i concorrenti otterranno le stesse efficienze e nel settore si abbasseranno i prezzi trasferendo valore nelle tasche dei consumatori.

La vera sfida manageriale sarà, invece, utilizzare la nuova tecnologia per creare prodotti/servizi che creino o aumentino la disponibilità a pagare del consumatore… forse per questo dovremmo aspettare i prossimi settembre.