Nei prossimi mesi Alibaba, il sito cinese di ecommerce si quoterà a New York. Da qualche tempo si parla delle dimensioni eccezionali del collocamento e del suo valore simbolico. A corollario della quotazione che lo metterà in competizione con Steve Jobs e Jeff Bezos, Jack Ma ha annunciato la creazione di una fondazione benefica. Negli ambienti finanziari newyorkesi si dice che Bill Gates abbia convinto Ma a partecipare al Giving Pledge. Se dal punto di vista della cultura imprenditoriale europea è difficile accettare che a fianco di Jobs, Bezos, Gates non si citino Ferrero, Ortega (Inditex/Zara), Kamprad (Ikea), la diffusione del Giving Pledge sarebbe inaccettabile.

Giving Pledge significa “impegno a donare” ed è un’iniziativa, avviata da Warren Buffet e Bill Gates, che chiede ai miliardari di impegnarsi a donare buona parte della propria ricchezza in vita. Il Giving Pledge ha la sua base teorica nel Gospel of Wealth di Andrew Carniegie, che sostiene la necessità per gestire bene l’attività di beneficenza mentre si è in vita (fatto che negli Usa ha qualche non disprezzabile vantaggio fiscale).

Carniegie ha vissuto al termine del secolo scorso e il suo è un tentativo di proporre una soluzione americana, diversa da quella marxista proposta 20 anni prima del Gospel, ai grandi divari generati dalla rivoluzione industriale.