Da più di un anno “metaverso” è una delle buzzword preferite nel mondo delle imprese, è dovere di familyandtrends (che sta per Family capitalism and strategic Trends”) chiedersi se sia un trend strategico e cosa comporti.
Metaverso è una internet in cui oltre a vedere e scrivere saremo immersi interagendo in tempo reale con migliaia di perone. Potremo farlo con diversi strumenti, non solo pc o cellulari, ma occhiali, stanze etc. Nel caso siate immigrati digitali e vogliate averne un’idea più concreta fatevi una partita a Fortnite o a qualche gioco su Roblox con i vostri figli o nipoti, altrimenti potete farvi una passeggiata su Decentraland.
Il Web3 è alla base del metaverso. Nel web 1 si leggeva dei contenuti in html, nel web 2 si può cercare, guardare, scrivere, commentare, condividere, comunicare, nel web 3 ci si può immergere con una propria identità digitale contenuta in un cripto wallet e si può creare, scambiare, comprare utilizzando la blockchain. La blockchain non è solo la base per le criptovalute, bensì una tecnologia che permette di tenere traccia di ogni attività facendo leva sulla capacità di calcolo e di memoria di ogni computer collegato alla “chain” reso disponibile da “minatori” anonimi nel mondo fisico. I minatori rendono disponibile la loro capacità di calcolo e registrano ogni attività creando “blocchi della catena” in cambio di una moneta virtuale, che è l’unità di scambio dentro la catena.
Nel web 3 non dovrebbero esistere “enti centrali” che regolano l’accesso e l’utilizzo della catena, gli esperti ritengono quindi che si tratti di un sistema computerizzato diffuso e democratico, una specie di computer del Pianeta. Come conseguenza si ipotizza che i giganti tecnologici perderanno il loro vantaggio competitivo basato sulla gestione delle comunità e sull’utilizzo esclusivo dei dati. Ad esempio, quando oggi qualcuno crea un contenuto per una piattaforma, la proprietà è della piattaforma che lo monetizza in cambio di una percentuale del suo ricavo: questo vale per un cantante famoso su Spotify, per un influencer su Instagram, per uno “youtubber” su Youtube.
In tanta fluida complessità, familyandtrends si vuole, per ora, limitare a tre considerazioni sul futuro del metaverso.
La prima. Per quanto complesso e fluido, anche nel metaverso, la legge della strategia aziendale basata sul valore resta valida. La legge si basa su due concetti: la creazione di valore, i.e. creare qualcosa per cui un cliente vuole pagare (Willingness To Pay) e cattura del valore, i.e. chi tra il cliente e i vari partecipanti al sistema cattura il valore creato. La legge afferma che lungo la catena che produce qualcosa per cui il consumatore è disposto a pagare, ogni partecipante ha diritto, come massimo, al valore che crea: questo è definito dal valore creato da tutti i partecipanti alla catena meno il valore creato da tutti gli altri partecipanti. Ciò implica che chi creerà qualcosa nel metaverso, come ovunque, avrà bisogno di un’arena competitiva per arrivare al consumatore finale dovrà dividere quanto generato dalla disponibilità a pagare con chi partecipa al sistema, consumatore incluso. Il fatto che il metaverso avrà migliaia (milioni?) di partecipanti renderà il sistema molto competitivo. La legge del valore definisce anche la quantità minima che un partecipante può ottenere: questa è data dal valore che il partecipante potrebbe ottenere aderendo ad un’altra catena del valore. Questo significa che ogni “creatore” potrà lasciare un certo metaverso per andare in un altro dove può ottenere di più. Qualcosa di simile è già successo un paio di anni fa, quando Fortnite ha lasciato la catena del valore di Apple (familyandtrends ne ha già discusso). È quindi probabile che con l’eventuale affermarsi del metaverso, molte catene del valore si riconfigureranno in base a questi principi e i vincitori del web 2 dovranno giocare una nuova partita nel web 3 (cosa che almeno Facebook-Meta ha già iniziato a fare).

La terza. Agli albori del web 2 è stato difficile dare un valore agli attori del nuovo mercato, tanto che si creò una bolla, i.e. la dot-com bubble, che scosse i mercati. Uno dei doveri dell’accademia è creare teorie che siano più adatte al mutato contesto e in quel caso un gruppo di studiosi creò un metodo di valutazione abbastanza solido da superare i test empirici. Koller ed altri furono in grado di dare la corretta valutazione di Amazon nel 1999 utilizzando il metodo dei flussi di cassa scontati unito a un sistema di ponderazione di scenari. Non è possibile se e quanto si svilupperanno gli attori dell’arena competitiva del web 3 ma è possibile far leva sullo stesso sistema di valutazione per evitare gli errori del passato.
È possibile che il web3 e la sua conseguenza, il metaverso, segnino l’avvio di una nuova ondata di distruzione creatrice che porti a una riconfigurazione del sistema competitivo attuale e che qualche big tech sparirà mentre altri attori nasceranno. È molto meno probabile che questo possa avvenire violando le leggi del management.