In Italia si fa un gran parlare di passaggio generazionale e di successori meno brillanti, si fa anche un gran parlare di necessità di innovazione e di capacità imprenditoriale; se a questo si aggiunge che il nostro capitalismo è sostanzialmente familiare: il futuro dell’Italia potrebbe non sembrare roseo.
Alcuni anni fa, un giovane era di fronte a una decisione difficile. Suo padre aveva inventato un prodotto che per vent’anni aveva avuto un grande successo. Ora toccava a lui.

Come innovare qualcosa che aveva avuto successo? Il nostro giovane decise di cambiare la confezione e un po’ il prodotto, poi pensò che era anche necessario essere più internazionali e decise di cambiare il nome da Supercrema a Nutella. Era il 1964 quando Michele Ferrero prese questa decisione. Quanto fosse buona, in tutti i sensi, oggi, lo sa tutto il mondo, ma allora non deve essere stato facile. Il 20 aprile, quando il primo vasetto uscì dalla Fabbrica di Alba, deve essere stato un giorno pieno di trepidazione, impazienza e speranza.
L’innovazione nelle imprese familiari ha molto a che fare con la necessità e il coraggio di restare ancorati a quello che si sa fare bene. Per i giovani imprenditori si tratta di salire su spalle di giganti. Salire in alto è difficile, faticoso e può dare vertigini: ma resta necessario se si vuole continuare, migliorare e competere.