Con buona pace di Porter con il vantaggio competitivo e di Christensen ed Andrews con la SWOT, Fra Luca Pacioli resta l’inventore del modello manageriale ancora più utilizzato e più sofisticato: la partita doppia. Nella partita doppia in dare si registrano le immobilizzazioni, i crediti, il magazzino, i.e. gli impieghi di denaro o a chi hai dato i soldi; in avere il patrimonio netto, i debiti verso fornitori, le banche, i.e. le fonti di denaro o i soldi che devi restituire e, quindi, avere.

Le aziende familiari sono tali perché gli azionisti (che sono in avere, nel capitale sociale), sono in maggioranza appartenenti alla stessa famiglia, ma le aziende familiari restano tali solo quando la famiglia riesce in ogni generazione a crescere almeno un imprenditore che sappia evolvere l’impresa facendo investimenti (che sono in dare, nelle immobilizzazioni). Considerato che nello stato patrimoniale, l’avere è a destra e il dare a sinistra: il capitalismo familiare deve essere di sinistra. Infatti, solo sapendo fare i giusti investimenti ed adattando l’impresa al mutato contesto competitivo la famiglia imprenditoriale potrà continuare ad essere un buon azionista e meritarsi di rimanere proprietaria.

Quotarsi in borsa è di destra perché si tratta di prendere decisioni sull’avere che nel bilancio è da quella parte. Avendo premesso che gli imprenditori devono essere di sinistra, i.e. occuparsi di dove impiegano i capitali, e siccome a familyandtrends è capitato ultimamente di ricevere molte domande sulla quotazione, vediamo alcune considerazioni sulla destra (fatte a chi deve comunque rimanere di sinistra).

Quotarsi è un modo per avere capitale di rischio a “basso costo” e “quando serve”.

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“A basso costo” perché il premio per il rischio (quanto il mercato vuole in più del rendimento senza rischio, i.e. quello dei bot) in Italia è tra il 6% e l’8% molto meno del rendimento target di un private equity o di altri investitori in titoli non quotati (che di solito hanno un rendimento target tra il 20% e il 35%). “Quando serve” perché con aumenti di capitale sul mercato si può, quando si vuole, raccogliere altri soldi, sempre a basso costo. Ciò detto è bene ricordare che l’imprenditore deve essere di sinistra: deve andare in borsa perché gli serve della finanza per fare qualche investimento che da solo non ha i soldi per fare. Non deve andare in borsa per “capitalizzarsi” vorrebbe dire accrescere la destra del bilancio senza sapere cosa fare a sinistra. Non deve andare in borsa per liquidare qualche altro azionista scomodo: queste sono cose che devono essere risolte a destra ma nel patrimonio netto. Non deve andare in borsa per essere più alla moda, moderno, sofisticato etc; non sono quotate, ad esempio, la Ferrero, la Bosch, le grandi imprese di commodity trading e, perfino, molte delle società di consulenza che portano le imprese in borsa.

Quando si va in borsa, bisogna raccogliere il minimo del capitale che serve per la sinistra dello stato patrimoniale nei prossimi due o tre anni, tanto si potrà tornare a raccoglierne quando si vuole. Inoltre se si è impiegato bene il capitale ottenuto (a sinistra) l’azienda varrà di più e si potrà cedere una quota minore di partecipazione per avere lo stesso ammontare di denaro.

Una volta in borsa, si possono perseguire tutte le opportunità si vogliono, a patto che offrano un ritorno superiore al rendimento atteso dai mercati: quando l’opportunità viene presentata, gli azionisti attuali hanno il beneficio del valore creato oltre il costo del capitale. Sembra magia ma è l’effetto dell’attualizzazione dei flussi di cassa futuri al costo del capitale (per chi vuole approfondire il caso Ginny’s Restaurant lo spiega in due paginette).

Il giorno in cui si va in borsa, non bisogna essere contenti perché il titolo è salito: significa solamente che si poteva proporre al mercato un valore più alto dell’azienda. È bene anche ricordare che dal giorno dopo che si è andati in borsa, è come essere saliti su un tapis roulant: gli investitori e gli analisti hanno inserito tutte le previsioni fornite dall’impresa nei loro fogli di excel, hanno determinato il free cash flow (la cassa disponibile per la destra dello stato patrimoniale) e lo hanno attualizzato al tasso di rendimento atteso. Da quel momento se l’imprenditore farà esattamente ciò che ha dichiarato (o che gli investitori e gli analisti hanno capito farà) il prezzo dell’azione crescerà esattamente del rendimento atteso. Alzare le aspettative future equivale a schiacciare adesso il tasto + sul tapis roulant: poi si deve correre. Nel caso in cui le aspettative non siano soddisfatte, il valore dell’azienda scende anche se sta guadagnando più di quanto abbia mai fatto ma meno di quanto aveva detto avrebbe fatto in futuro.

Può essere che alcuni passaggi siano stati liquidati in modo troppo semplicistico (su richiesta si potranno avere altri familyandtrends sull’argomento) ma in sostanza, si chiederà il lettore pratico, conviene andare in borsa? Conviene tutte le volte che dovete far crescere la sinistra del vostro stato patrimoniale più di quanto potete far crescere da soli la destra. Come sempre, quando si tratta di mettere d’accordo la sinistra con la destra, si tratterà di avere equilibrio e capacità di mediazione e riuscendoci si potranno perseguire tutte le opportunità che si identificheranno: e questo sì che è il paradiso dell’imprenditore.