Il sistema economico e finanziario cambierà in modo rilevante nei prossimi 18/36 mesi. La fine del quantitativo easing in Europa avrà un significato simbolico e sostanziale. Dal punto di vista simbolico segnerà la fine di un’era, o di una prima fase di una nuova era, iniziata con una crisi senza precedenti e continuata con una reazione dei banchieri centrali altrettanto senza precedenti per ardore e creatività. Non proprio le qualità tipiche dei burocrati finanziari.

Nella sostanza, le imprese saranno sottoposte a una serie di cambiamenti che ci riporteranno alla “vecchia normalità” o ci porteranno a una seconda fase della “nuova normalità”: in entrambi i casi non tutto andrà liscio. L’atteso aumento dei tassi di interesse imporrà più disciplina negli investimenti impattando sulla crescita, a fatturati stagnanti non si potrà più porre rimedio con fusioni e acquisizioni perché il capitale sarà meno disponibile e più caro. Le politiche espansive dei governi saranno limitate dai vincoli di bilancio e la minor disponibilità di credito al consumo farà diminuire la propensione all’acquisto dei clienti. Il quantitative easing è stato congegnato per generare crescita sintetica, la fine del quantitative easing non aiuterà certo la ripresa della crescita naturale.

Il grande mare del sistema economico finanziario si sta per increspare: è questo il momento in cui si distinguono i marinai bravi. Il modello del “Cambiamento come Costante”, recentemente pubblicato dal Journal of Knowledge Management in The role of a Knowledge Leader in a Changing Organizational Environment, serve ai manager per interpretare il tipo di contesto competitivo nel quale ci troviamo. Il modello si basa sull’esperienza di Camillo Rossotto, uno degli autori.

Mettendo in relazione velocità del cambiamento e direzione strategica, il modello identifica quattro casi. La velocità del cambiamento è un elemento dettato dal contesto esterno. È un dato e non si può influenzare; si può però scegliere come adattarsi all’evoluzione. Questa scelta detta la direzione strategica dell’azienda.

Quando la velocità è bassa: non sfruttare le opportunità porta alla Decadenza mentre coglierle porta all’Evoluzione. Entrambi i fenomeni sono graduali.

Tutto cambia quando la velocità è alta: chi sbaglia direzione implode, chi imbocca la giusta direzione deve essere pronto a cambiare radicalmente: deve essere pronto a fare la Rivoluzione.

Un cambiamento ad alta velocità impone di decidere in modo netto. Il termine “crisi” arriva da krino, in greco separare, discernere. L’alta velocità del cambiamento porta con sé sempre una crisi, può essere un’implosione dell’azienda o la creazione di un’azienda adattata al contesto esterno, ma sempre attraverso una crisi si passa. È la velocità che ci impone il ritmo del cambiamento.

La direzione strategica presa dall’azienda è collegata al comportamento dell’organizzazione ed alle decisioni del management che la guida. Per affrontare il cambiamento, il manager deve avere capacità di guidare le persone e visione, i.e. sapere verso dove andare.

Nel caso manchino entrambe, in azienda si diffonderà la Frustrazione: il mondo esterno cambia stimolando l’azienda che non sa come reagire e non ha una guida forte.

L’Egotismo si ha quando il leader è capace di guidare ma senza una visione riduce tutto a una crescente focalizzazione su sé stesso che lo rende distaccato dall’organizzazione e dall’ambiente esterno. Sapere dove andare senza sapere come guidare alla metà l’azienda e le sue persone, porta il leader al Voyeurismo: osserva l’organizzazione andare dove capita senza riuscire a imporsi come guida.

Solo il leader che sa dove andare e sa come guidare verso la metà i suoi può generare l’Entusiasmo che è necessario per affrontare la crisi generata dalla velocità.

Un’azienda può, forse, affrontare una fase di evoluzione, i.e. bassa velocità di cambiamento, senza Entusiasmo. Il contesto competitivo che il futuro sembra serbarci, però, andrà ad una velocità dirompente e questo implica Implosione o Rivoluzione.

Chi deve guidare persone in questo cambiamento deve decidere la direzione del cambiamento, i.e. portare la Rivoluzione, e saper guidare in quella direzione l’organizzazione, i.e. generare Entusiasmo. La crasi dei due termini inglesi, Revolution (Rivoluzione) ed Elation (Entusiasmo), forma la parola REVELATION: rilevazione.

I manager che sapranno guidare la Rivoluzione dando Entusiasmo all’organizzazione vedranno “rilevate” le opportunità uniche di questo momento storico, nel quale il mare in tempesta definirà quali sono i marinai davvero bravi.

Bernardo Bertoldi e Chiara Giachino (Università di Torino)